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INCONTRO CON L’AUTORE

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Ancora una volta l’ISIS Magrini Marchetti è stato il teatro nel quale gli studenti hanno potuto incontrare di persona uno scrittore, ascoltando dalla viva voce dell’autore le ragioni che l’hanno spinto a mettere su carta i suoi pensieri.
L’intento di tale iniziativa è anche quello di approfondire un tema di attualità. Gli anni scorsi abbiamo riflettuto sulla disabilità (Mio fratello rincorre i dinosauri, di G. Mazzariol) e sui problemi legati all’immigrazione (Le tartarughe tornano sempre, di E. Napolillo). Questa volta il nostro sguardo si è rivolto al tema della legalità e per esplorarlo in profondità abbiamo avuto il privilegio di ospitare Antonio Cioccoloni, autore del libro L’uomo della scorta, in cui racconta la sua esperienza da giovane carabiniere a Palermo dal 1987 al 1993.
L’autore, questa volta, è dunque un uomo che si è avvicinato alla scrittura in seconda battuta, spinto dall’urgenza personale di raccontare un momento della sua vita particolarmente intenso: egli ha infatti conosciuto una Palermo diversa da quella attuale, una Palermo, come ha detto lui stesso, con “la testa china”, annientata dalla presenza pervasiva della mafia. Anni difficili quelli, gli anni del maxi processo intentato dal pool antimafia coordinato da Antonino Caponnetto, gli anni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di Giuseppe Ayala, della cui scorta ha fatto parte proprio Cioccoloni, gli anni delle stragi di Capaci e via d’Amelio.
Gli allievi del biennio liceale hanno avuto dunque la possibilità di ascoltare la testimonianza diretta di chi ha vissuto un momento storico e drammatico della vita della Repubblica italiana; il nostro ospite ha raccontato loro non solo le difficoltà del delicato lavoro svolto, ma anche quelle di provare poi a mettere su carta emozioni e riflessioni nate in quegli anni e alimentate da ricordi indelebili.
Cioccoloni si è inoltre dimostrato molto disponibile, rispondendo a tutte le domande poste dai ragazzi e suggerendo loro preziose riflessioni sul valore della giustizia, sui sacrifici che si possono affrontare in suo nome, sull’autocontrollo necessario per affrontare il suo mestiere e sull’importanza della paura come emozione in grado di tenere alta la soglia di attenzione e la prudenza necessaria in ogni operazione, a patto che non diventi mai panico.
Il nostro ospite, dopo aver sottolineato l’intensità dei legami che si instaurano all’interno di una squadra operativa, ha salutato i ragazzi affidando loro un messaggio prezioso: solo il rispetto, la cultura, l’onestà e la lealtà danno significato alla propria esistenza e a quella di chi ci circonda.

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