“Questi sguardi curiosi non potranno mai penetrare nell’abisso di abiezione in cui fu gettata la nostra fiducia nella dignità umana e nella libertà personale”.
In “Necropoli” Boris Pahor racconta il proprio ritorno nel lager, decine di anni dopo la tragica esperienza della deportazione, ed esprime il disagio di trovarsi immerso nel flusso caotico di visitatori che non possono immedesimarsi e comprendere davvero l’orrore della prigionia e dello sterminio ...