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INCONTRO CON L’AUTORE: ENZO NAPOLILLO

Anche quest’anno l’ISIS Magrini Marchetti ha portato avanti il progetto “Incontro con l’autore”. L’obiettivo dell’attività è non solo quello di offrire agli allievi l’opportunità di conoscere di persona uno scrittore, ma anche quello di incentivare la lettura, proponendo testi che affrontino temi e problemi di attualità attraverso una prospettiva lontana dalla cronaca, offrendo agli allievi visuali alternative; se l’anno scorso si è parlato di disabilità, quest’anno il testo proposto, “Le tartarughe tornano sempre” di Enzo Gianmaria Napolillo, affronta tre temi in particolare: la dimensione assoluta del primo amore, la forza delle proprie radici e il fenomeno migratorio.
I ragazzi del biennio del liceo hanno letto il romanzo, ne hanno discusso con i rispettivi insegnanti e venerdì 16 marzo hanno potuto incontrare di persona lo scrittore e dialogare con lui.
Enzo Napolillo ha ben interpretato le finalità dell’incontro dal momento che ha risposto in maniera ampia e pacata alle domande sul suo libro provenienti dalla platea, ma ha anche stimolato i ragazzi a riflettere sulla fatica e la solitudine della scrittura, sulla dimensione pubblica della promozione di un libro di successo e sugli aspetti meno noti e i condizionamenti dell’editoria. L’autore ha inoltre generosamente utilizzato i suoi ricordi adolescenziali e le sue esperienze da adulto per guidare gli allievi in un percorso volto a riscoprire il valore dei sogni, i pericoli dell’indifferenza, la possibilità di trarre nuovi stimoli dalle sconfitte, ma anche la potenza creativa nascosta dietro alla noia e all’attesa. Proprio quella noia che cerchiamo strenuamente di bandire dalla nostra vita, e quell’attesa di cui non conosciamo più le meraviglie, le ansie, le congetture e i patemi. Quell’attesa che, sola, può scatenare la nostra immaginazione e che ormai non viviamo più perché ogni nostra attività è pervasa dal bisogno della risposta immediata, è schiacciata sul presente, sull’hic et nunc.
Ed ecco allora gli antidoti che Enzo Napolillo ha proposto ai ragazzi: da un lato la tradizionale lettera affidata alle poste (che sa di antico e nuovo allo stesso tempo) come spazio concesso all’attesa, e, dall’altro, la lettura come spazio concesso all’immaginazione, come possibilità di vivere un numero infinito di vite ed esperienze al di là delle nostre, come momento per conoscere luoghi e persone oltre i nostri confini, come una porta che possiamo aprire quando vogliamo per sbirciare verso ciò che è altro da noi.

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