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GLI SGUARDI E LA MEMORIA. OMAGGIO A BORIS PAHOR

Un legame che si rinsalda, quello tra Boris Pahor e il Magrini Marchetti. Dopo la realizzazione del libro intervista con i nostri studenti, "Quello che ho da dirvi. Dialogo tra generazioni lontane un secolo", pubblicato nel 2015 e presentato a Gemona lo scorso anno, l'ultracentenario scrittore sloveno è tornato nell'Aula Magna dell'Istituto per assistere alla lettura scenica "Gli sguardi e la memoria. Omaggio a Boris Pahor", tratta dal suo capolavoro "Necropoli". Le intense parole del testo, in cui Pahor rivive il dramma della deportazione ed esprime il proprio smarrimento nel ritrovarsi a vent'anni di distanza nel campo di Netweiler-Struthof attorniato da inconsapevoli visitatori, sono state accompagnate da fotografie d'epoca, toccanti disegni opera di sopravvissuti e sequenze del recente documentario "Austerlitz", che con la sola forza delle immagini di "turisti" ripresi mentre visitano i campi di sterminio pone il pesante interrogativo sui rischi di una massificazione e sulla effettiva possibilità di   "comprendere che cosa è stato".  Un'emozione fortissima e un privilegio indimenticabile, per gli studenti che hanno partecipato quest'anno al progetto "I ragazzi ricordano la Shoah", raccontare la vita di Pahor e leggerne le profonde riflessioni in sua presenza, e poterlo poi ascoltare in una lucida e appassionata lezione sul rischio della "memoria inutile" e dei "ricordi senza valore", e sulla necessità di un dialogo tra i potenti della terra per combattere inquinamento, nuovi estremismi, avidità ed egoismi, affinché  "nessun uomo sulla terra soffra la fame". 
 

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