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LEZIONI APERTE 2018

Ci volevano grande equilibrio e delicatezza per trattare un tema come quello della lotta armata negli anni Settanta in Italia, un Paese in cui, come dimostrano i deplorevoli episodi di cronaca degli ultimi tempi, le contrapposizioni ideologiche tendono troppo facilmente e pericolosamente a riproporsi in forme estreme e violente. E sono stati proprio la misura e il rispetto a caratterizzare l’interessantissimo intervento di Alberto Barel sulle “narrazioni degli anni di piombo”, terzo incontro della quinta edizione delle Lezioni aperte. Un controllo sulla materia che non significa aridità: è anzi emersa, dietro la dichiarata rinuncia a pretenziosi giudizi politici e storici, una sincera partecipazione emotiva rispetto alla tragedia di una generazione che, dal senso di collettività e dalle legittime aspirazioni a una società migliore, è finita travolta dalla violenza (auto)distruttrice.
L’approccio al tema dal versante della letteratura, del resto, consente di osservare quelle vicende non con lo sguardo asettico dello storico, ma attraverso i ricordi e le emozioni dei testimoni e dei protagonisti, le cui parole sono state lette con grande espressività da Alberto Barel al numeroso pubblico intervenuto.
Parole selezionate con cura all’interno di una produzione editoriale insospettabilmente vasta, che spazia dal romanzo di formazione (“Due di due” di Andrea De Carlo) al noir (“Romanzo criminale” di Giancarlo De Cataldo), generi quanto mai adatti al tema –ha spiegato Barel- per la loro libertà rispetto a “schematismi ideologici”, fino alle autobiografie di chi nei movimenti eversivi ha militato attivamente.
Sono stati così toccati efficacemente molti aspetti dell’argomento: la questione essenziale e complessa della cesura tra Sessantotto e terrorismo, il rapporto dei movimenti studenteschi col mondo operaio, con i partiti politici e con i giornali, il delicato problema degli intrecci tra criminalità e istituzioni e la “la strategia della tensione”, lo scontro generazionale e la ‘mitologia’ della Resistenza, fino al tema della delusione e della scomparsa del “noi”, con quel riflusso nel privato e nell’individualismo da cui la nostra società non sembra capace di risollevarsi.

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